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Congedo per lutto, quando è possibile richiederlo

Congedo per lutto

In caso di morte di un parente stretto o del coniuge, un lavoratore dipendente può usufruire del congedo per lutto. Si tratta di un permesso retribuito, previsto nel settore pubblico e in quello privato, che consente di assentarsi dal lavoro per il disbrigo delle pratiche necessarie per un funerale.

La morte di un familiare è uno dei traumi più profondi che si possa subire. Per questa ragione, la legge stabilisce che ogni persona con contratto di lavoro dipendente ha diritto a richiedere un permesso per lutto retribuito in funzione del rapporto di parentela con il defunto. L’articolo 4 della legge n. 53 dell’8 marzo del 2000 riguardante le “Disposizioni per il sostegno della maternità e della paternità, per il diritto alla cura e alla formazione e per il coordinamento dei tempi delle città” disciplina e prevede che “la lavoratrice e il lavoratore hanno diritto ad un permesso retribuito di tre giorni lavorativi all’anno in caso di decesso o di documentata grave infermità del coniuge o di un parente entro il secondo grado o del convivente, purché la stabile convivenza con il lavoratore o la lavoratrice risulti da certificazione anagrafica”.

Alla luce di quanto stabilito dalla normativa, il congedo per lutto è accordato nel caso di morte di figli, genitori, nipoti, nonni, fratelli e sorelle. Sono esclusi legami familiari quali quelli con gli zii, i suoceri, i generi/nuore, i bisnonni.

Congedo per lutto: come richiederlo

I giorni di congedo per lutto a cui un dipendente ha diritto nell’arco di un anno sono 3. Devono essere usufruiti entro una settimana dal decesso del familiare. Il lavoratore che è costretto ad assentarsi a causa del decesso di un familiare e deve richiedere il permesso per lutto ha l’obbligo di avvertire tempestivamente il datore di lavoro. Nella comunicazione vanno indicati i giorni di permesso che si vogliono utilizzare. Al rientro al lavoro, il dipendente deve consegnare al datore di lavoro la documentazione relativa al decesso del parente, tra cui un’autocertificazione o un certificato di morte rilasciato dal Comune di pertinenza.